Ville, Oratori, Pile e Capitelli

1- Oratorio di San Nicolò

Situato nella contrada a cui ha dato il nome, con gradevoli accenni al neoclassico, fornito di atrio, troviamo l’oratorio di San Nicolò (San Nicola di Bari). Il culto del santo era diffuso nella zona almeno dalla fine del ‘500. Non si conosce la data certa della realizzazione dell’oratorio privato, la prima annotazione risale alla visita pastorale del 1641, eretto dalla famiglia Morosini con una superficie di 20 metri quadrati.
Dopo la caduta finanziaria dei Morosini i beni di Sant’Anna Morosina vennero acquistati all’asta dai conti Cittadella-Vigodarzare. Questi demolirono il vecchio oratorio e ne edificarono uno nuovo nel 1838.
2 – Caseggiato

A fianco dell’oratorio si erge un complesso fabbricato costruito all’inizio dell’800, incentrato nel cortile interno e attorniato da un vasto parco; la cui facciata è rivolta verso sud e lungo la strada è visibile solo l’imponente parete nord. L’immagine storica ci mostra per esteso il fabbricato di proprietà dei conti Cittadella-Vigodarzare.
Durante la Prima guerra mondiale trovarono alloggio regimenti di fanteria italiana, data la posizione di retrovia dal fronte di guerra. Durante la Seconda guerra mondiale venne utilizzato come officina meccanica dai tedeschi. Il fabbricato fu dato alle fiamme per rappresaglia dopo che un gruppo di partigiani spararono all’avanguardia di una divisione tedesca in ritirata. Il 3 agosto del 1945 si abbatte nella zona un violento ciclone che dette il colpo di grazia alla parte del fabbricato con le imponenti colonne.
3 – La pila di Riso

Di fronte al caseggiato dei conti Cittadella-Vigodarzare, sempre di loro proprietà, posta obliquamente all’asse stradale ma parallela al Canale della Pila, è collocato un altro antico edificio che nei tempi passati era adibito a Pila di Riso; ossia si puliva il riso.
Un’altra pila di riso la troviamo all’interno del complesso di Villa Morosini-Cagni la quale era alimentata dal Rio Orcono.
4 – Villa Morosini-Cagni

Il complesso edilizio viene costruito nel 1640 da Angelo Morosini; ricostruita nel 1845 dai Cittadella-Vigodarzare. La villa presenta al centro il corpo padronale, realizzato su pianta quadrata e sui lati est ed ovest gli annessi rustici costituiti dalla barchessa e dalla casa del massaro. Nel 1912 sotto la balconata venne posto lo stemma dei Cagni, famiglia di origine piemontese. Nel complesso trovano posto un piccolo oratorio dedicato ai santi Cosma e Damiano. il Rio Orcono alimentava una Pila per il riso.
5 – Oratorio dei Santi Cosma e Damiano
L’oratorio, situato adiacente alla villa Cagni, edificato nel 1923 in origine era intitolato ai santi Cosma e Damiano (Noti come Santi Medici, subirono il martirio in Siria, nel III secolo D.C.), ora alla Madonna. Il colonnello Giorgio Cagni chiese al parroco il permesso di costruire un oratorio privato, adducendo come motivo della richiesta la salute cagionevole della figlia e le sue frequenti assenze domenicali per motivi di lavoro. In realtà il Cagni non voleva essere da meno dei vicini conti Cittadella-Vigodarzare (Bolzonella) e Giusti del Giardino (Paviola), che avevano da secoli gli oratori privati.
6 – Capitello della “Sacra Famiglia”

Un originale capitello o tabernacolo a forma triangolare è posto al centro dell’incrocio, tra le vie Morosini, Sega e Sant’Anna, nella vecchia località Esenti. Edificato nel 1896 a spese della parrocchia forse per lo scampato pericolo dal colera.
Nella nicchia profonda è posta la statua lignea policrome di Sant’Anna con la Vergine bambina, i due lati chiusi affrescati con una scena quotidiana della Sacra Famiglia, da una parte, e dall’altra con San Nicola che battezza. La copertura è a cupola.
Nel dicembre del 2009 vennero ultimati i lavori per la realizzazione della rotatoria, ponendo al centro il Tabernacolo con a fianco una pompa. Tra il novembre 2013 e l’aprile 2014 il tabernacolo è stato restaurato dalla restauratrice Samanta Borella.
7 – La statua di Sant’Anna

Una particolare storia riguarda la statua lignea policrome di Sant’Anna custodita nel capitello. Nel 1965 alcuni balordi cercarono di trafugarla senza successo. Un paio d’anni dopo venne dichiarata opera del ‘700 per impedire l’abbattimento del capitello. Nel 1969 venne rubata, recuperata dai carabinieri e in quella occasione un cronista del Gazzettino dichiarò che si trattava di un’opera del ‘400. Ad ogni modo Sant’Anna continua a proteggere il paese a lei dedicato dall’interno del tabernacolo.