Per secoli i rivieraschi ed i veneziani hanno prelevato sabbia e ghiaia dalla Brenta senza mai alterare l’equilibrio del territorio. Nel 1891 furono concesse le prime escavazioni autorizzate a ditte private e l’attività fu da subito molto importante a tal punto che il conte Camerini nel 1911 costruì una ferrovia privata che da Padova raggiungeva Piazzola sul Brenta e poi Carmignano, con le diramazioni che arrivavano fino agli argini del fiume.
Nel secondo dopoguerra l’espansione edilizia causò una forte domanda di materiale ed i lavori procedettero in maniera dissennata causando l’abbassamento di diversi metri del letto del fiume e una modifica del suo corso.
L’attività di escavazione in alveo è stata vietata dagli anni ’90 e le cave abbandonate si sono colmate d’acqua originando numerosi laghi lungo il percorso del fiume.
Il più noto fra questi bacini è quello di Camazzole, ma nel territorio di Fontaniva ne esistono molti altri su entrambe le sponde, alcuni affiancano la ciclabile del Brenta mentre altri sono meno accessibili in zona Belgio, ed altri ancora sono destinati alla pesca sportiva di trote e carpe.